Post aggiornato il 22 Maggio 2023
Mondolfo Marotta
un unico comune – dalla collina al mare –
in un inedito itinerario a cavallo dei 5 sensi
Indice
- Vista
cosa vedere nel Castello di Mondolfo - Respiro
il viaggio sensoriale tra i profumi di Filippo Sorcinelli - Udito
Il Museo della Memoria della fisarmonica - Tatto
I Mosaici di Marotta - Gusto
La segretissima ricetta dei Garagoi alla Marottese - Il videoracconto di Mondolfo Marotta
- Info Tecniche
- Ringraziamenti
Vista
Il Castello di Mondolfo
Un bastione arroccato a difesa dal mare, una poderosa macchina difensiva concepita per essere presidiata da un pugno di uomini: questo è il pensiero che Francesco di Giorgio Martini ha realizzato per la struttura urbanistica del Castello di Mondolfo.
Il borgo è fasciato da una doppia cinta muraria ed attraversato da una lunga strada centrale – la Strata Magna o Via Grande – lungo la quale passavano i carri per rifornire di vettovaglie ed armi il cuore della città, il Palazzo Comunale.
L’Oro e l’Azzurro
i colori di Mondolfo
Il Palazzo Comunale ha le sembianze di una piccola fortezza al cui centro s’innalza la Torre Civica dove svetta il vessillo di Mondolfo. Oro e azzurro sono i suoi colori: l’oro dei campi di grano coltivati sulle colline e l’azzurro del mare Adriatico che riluce in lontantanza.
Dal Cesano alla Croazia
il Belvedere del Castello
Le tipiche strade in acciottolato medievale conducono al Belvedere del Castello, luogo d’osservazione privilegiato da dove lo sguardo spazia dal Cesano al Monte Conero, per poi spingersi nelle giornate più limpide – dicono – fino alla Croazia.
La strenua difesa
“Ordinorno doi mine alla uolta del tramontar del sole [ordinarono la realizzazione di due mine sotto le mura in direzione del tramontar del sole], cento passi l’una dall’altra, e noi con le contramine, non potessimo arrestare. Una sotto uno torione: Dettili fuoco buttò el detto torione dalli fondamenti nell’aria più de uno tirar de archo con molti pezzi grossi de più de uno boue”
Anonimo, 1517
Siamo 1517 quando Lorenzo II de’ Medici assedia Mondolfo: da una parte 15.000 soldati e dall’altra 200 fanti spagnoli capitanati dal Capitan Valeggio e 500 cittadini.
Lorenzo attacca con durezza il borgo fortificato, ma dopo 5 giorni di bombardamenti, il risultato è ancora modesto.
Decide allora di prendersi cura personalmente dell’assedio e che “mai avrebbe tolto il campo prima di aver spianato la terra, messo gli uomini a fil di spada e le donne a servitù diabolica. […]
Lorenzo che, dopo essersi affaticato nel far fare i ripari per le artiglierie, verso mezzodì cerca un po’ d’ombra in mezzo agli ulivi nel pendìo collinare a ovest di Mondolfo. Ma è solo un attimo, poiché un colpo di schioppetto sparato dalla rocca rompe subito quell’atmosfera squarciando l’aria e colpendo alla nuca il Medici, che cade come morto.”
Lorenzo non morirà in quel frangente, ma lascia la battaglia al Cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena.
Nel frattempo la cinta muraria è minata da potenti cariche esplosive che fanno saltare in aria il torrione del forno.
Il 2 aprile è decisa la resa, ma il giorno dopo gli assedianti entrano a Mondolfo e la saccheggiano imprigionando tutti i maschi dai 7 anni in su.
Approfondimento:
[L’Assedio di Mondolfo e la Guerra di Urbino dell’anno 1517 di Roberto Bernacchia – I quaderni delle Marche n. 235 ]Mettete dei fiori nei vostri cannoni
Il Bastione Sant’Anna
Distrutto dall’Assedio di Mondolfo il torrione del forno è sostituito con un vero e proprio bastione in cui sono alloggiati i pezzi d’artiglieria.
Una volta dismessa la sua funzione militare, è inglobato nella vita del Monastero di Clausura di Sant’Anna: i cannoni sono sostituiti da fiori, piante da orto e da una limonaia in muratura per la coltivazione degli agrumi.
La Storia e la Pietà
Il Complesso Monumentale di Sant’Agostino
La Storia, quella che permea tutto il complesso Monumentale di Sant’Agostino appena fuori dalle mura del Castello:
- il magnifico chiostro seicentesco con lunette affrescate da scene della vita di Santo Agostino
- il Museo Civico che racconta il territorio dalla preistoria al 900
- la cinquecentesca Chiesa Monumentale di Sant’Agostino con una dolorosa rappresentazione Martirio dei Santi Simone e Giuda, opera di Giovanni Francesco Guerrieri
La Pietà, la tardogotica scultura rozza ed allo stesso tempo potentemente drammatica che è custodita all’interno della Chiesa di Sant’Agostino dono dei frati tedeschi ai frati Agostiniani come ringraziamento per l’ospitalità.
Cuoio, legno e pietra
Il gioco del Pallone col Bracciale
Forza fisica, capacità atletica e precisione sono le caratteristiche di questo gioco: 3 atleti per squadra (battitore, spalla e terzino) fanno rimbalzare la palla sul muro e la mandano nel campo avversario.
Un gioco pesante, una tradizione secolare i cui antichi fasti sono oggi rievocati dall’Associazione Amici del Pallone col Bracciale di Mondolfo .
3 sono gli elementi di questo gioco:
- il cuoio – 350 grammi di cuoio cucito e gonfiato ad aria: il pallone
- il legno – 105 punte intagliate nel duro legno di bosso, acacia o noce conficcate in un bracciale di 2 chili con un’impugnatura all’interno
- la pietra – 90 x 16 metri con un muro che fa da appoggio: il campo di gioco
Approfondimento:
Video Gioco del Pallone col Bracciale – Presentazione degli strumenti e delle fasi di gioco
Respiro
Filippo Sorcinelli Artista
Il legno, il ferro, l’affumicato, sono solo alcune delle note profumate che si sprigionano dalle 5 fragranze per la casa che Filippo Sorcinelli ha dedicato alla sua infanzia a Mondolfo
Presentate in anteprima al Salone del Mobile di Milano, le 5 essenze rappresentano lo spaccato di vita ed i ricordi che l’autore ha saputo dosare con alchimistica perizia: la linea I remembered when in Mondolfo.
- Il Pallone col bracciale – dalle note di legno e cuoio è dedicato allo sport per eccellenza di Mondolfo che Filippo ha respirato fin da piccolo
- Fico e ferro – è il ricordo di quando il babbo lo faceva salire sul fico coi rami legati dal fil di ferro. L’aroma stupisce per le note metalliche unite alla freschezza delle foglie giovani
- Santa Giustina – la patrona di Mondolfo, rappresenta la chiesa dove sua madre lo accompagnava sin da piccolo con gli effluvi dell’incenso che avvolgeva il legno degli arredi
- Maria Luisa – che ricamava le tovaglie di lino ed era innamorata del mughetto, unisce note verdi a fiori profumati
- Arancia e camino – è una fragranza che soprende unendo la dolcezza dell’arancia all’affumicatura e rievoca il tipico gesto invernale di gettare le bucce dell’arancia nel camino per profumare la casa.
5 profumi, 5 essenze che costituiscono il racconto corale dell’infanzia dell’artista.
Approfondimento:
Udito
Dalle campagne all’America
Il Museo della Memoria della fisarmonica
La fisarmonica, strumento che nelle sue struggenti note raccoglie la musica di tutta un’orchestra ed il profumo della vita ha un lungo percorso.
Parte dalle campagne come strumento che scandisce i pochi momenti di svago dei contadini tra la coltivazione ed il raccolto ed arriva in America con i primi emigranti che la portano con sè come fosse il cordone ombelicale che li unisce alla patria.
Questo strumento che ha visto nelle fabbriche marchigiane un’eccellenza esportata in tutto il mondo ha una sezione tutta dedicata nel museo Civico di Mondolfo.
Tatto
È l’Associazione Chiaro Scuro ad aver inaugurato un progetto di riqualificazione urbana a Marotta “inondando” il lungomare con splendidi mosaici realizzati grazie al contributo dei cittadini.
Diversi sono i muri inaugurati, anche se il più commovente rimane quello per “Un mondo senza denutrizione infantile”, progetto che parte dall’Argentina su iniziativa del Giornalista Guillermo Daniel Balbi e coinvolge gruppi di artisti del mosaico di tutto il mondo.
Il progetto prevede la realizzazione di tante mani – che rappresentano l’unione e la forza – composte da tesserine multicolori. Le opere saranno condivise su Facebook nel gruppo ” Organización de murales ‘Por un mundo sin desnutrición infantil ” per sensibilizzare l’opinione pubblica
Gusto
La segretissima ricetta dei Garagoi alla Marottese
Garagoi alla Romagnola e Garagoi alla Marottese
Chiariamo subito, i garagoi come li intendono a Marotta son ben diversi dai garagoi come li intendiamo in Romagna:
- quelli romagnoli sono le lumachine, i piccoli ” Acteon tornatilis” che arrivano fino a 2 cm. circa di grandezza
- mentre quelli di Marotta sono “Aporrhais pespelecani” che arrivano fino a circa 5 cm.
E non è l’unica differenza: guai a usare lo stecchino per mangiarlo! Il garagolo alla marottese va letteralmente risucchiato dalla sua conchiglia, con tanto di schiocco finale della lingua.
La ricetta
La ricetta è più o meno come quella dei lumachini romagnoli, ma sicuramente ogni bravo marinaio, ogni massaia che si rispetti ha una tradizione trasmessa oralmente da genitori a figli con il giusto dosaggio per avere i veri garagoi alla marottese.
Quella che sono riuscita a carpire è:
- si devono innanzitutto pulire con le apposite tenaglie: scularli (togliere la parte dietro) e sbroccarli (togliere la punta davanti)
- vanno poi spurgati in acqua salata o di mare
- lessati
- e poi cotti per 2 ore con un sapiente mix di erbe fresche come mentuccia, finocchietto, maggiorana, pepe, peperoncino, conserva, polpa di pomodoro ed olio extravergine marchigiano.
La ricetta completa la trovate nel sito del Comune di Mondolfo.
Al prelibato piatto è dedicata tutta una festa, la Sagra dei Garagoi che si svolge nel weekend del 25 aprile
Guarda il video completo di Mondolfo Marotta
Info tecniche su Mondolfo e Marotta
Provincia: Pesaro e Urbino
Prefisso: 0721
Patrono: 26 settembre – Santa Giustina di Antiochia
Come arrivare
In auto: Autostrada A14 uscita Marotta
In treno: Linea Adriatica – stazione di Marotta
Siti Turismo Mondolfo Marotta
Ringraziamenti
- I ringraziamenti per aver reso possibile queste esperienze sono davvero tanti:
- la Fondazione Marche Cultura con il suo Social Media Team
- il Comune di Mondolfo
- la Proloco Trecolli per l’accoglienza
- la Proloco di Marotta per la segretissima ricetta dei “Garagoi alla Marottese”
- l’Associazione Archeoclub di Mondolfo per le spiegazioni
- l’Associazione Amici del Pallone col Bracciale di Mondolfo
- Filippo Sorcinelli (Filippo Sorcinelli Brand) per l’esperienza sensoriale
- l’Associazione Chiaro Scuro di Marotta per i Mosaici
Se anche tu vuoi partecipare ai #Photowalk organizzati dalla Regione Marche tieniti aggiornato sul blog ufficiale del turismo della Regione Marche